La via dell’utero
Manifesto per una nuova cultura delle donne
Nel mio lavoro l’utero considero l’utero come la radice invisibile del potere femminile, un centro di percezione che può trasformare la vita di una donna quando viene ascoltato, rispettato, risvegliato.
L’utero non è solo un organo.
È un luogo di soglia, un campo sensibile, un archivio vivente dove si intrecciano biologia, memoria, immaginazione e identità.
L’utero è la quintessenza del femminile
L’utero non è solo un organo fisico
La biologia da sola non basta a spiegare l’utero: la sua natura è somatica, simbolica, culturale e ancestrale insieme.
L’utero è un ecosistema vivente che custodisce la storia, le emozioni, le relazioni e la memoria profonda delle donne.
L'utero è un centro energetico, uno spazio archetipico e un luogo di coscienza.
L’utero è una traccia che eccede la consistenza corporea. Una traccia che pulsa anche quando l’organo fisico non c’è più.
L’utero è conoscenza
Quando una donna impara a sentire il proprio grembo, recupera una forma di intelligenza istintiva che la cultura patriarcale ha tentato di disattivare per secoli.
L’utero è memoria e immaginazione
Le ricerche sul simbolismo femminile mostrano che il grembo è stato per millenni il centro cosmologico delle società antiche: matrice del mondo, luogo del rinnovamento ciclico, porta verso il mistero.
Oggi sappiamo che l’utero custodisce anche memorie somatiche, emozioni non elaborate, pattern relazionali, ma anche immagini interiori che guidano la nostra creatività e il nostro destino espressivo.
Ritornare all’utero significa ritessere la nostra genealogia interiore e riconnetterci con una linea di donne che ci attraversa e ci sostiene.
L’utero è piacere, potere e libertà
Il piacere uterino è una forma di coscienza, energia vitale alchemica e trasformativa, è la possibilità di abitare il proprio corpo senza paura e di esprimere appieno le proprie potenzialità. Una donna che sente e confida nel suo grembo è libera da condizionamenti.
L’utero è un centro politico
Ogni volta che una donna recupera la propria sensibilità uterina, compie un gesto radicale: scioglie la somatica patriarcale che l’ha divisa da se stessa, quella che le ha insegnato a sopportare, a stringere, a dissociarsi, e ricostruisce una presenza piena, autonoma, radicata.
Lavorare sull’utero significa anche generare una nuova cultura del femminile, capace di onorare il ritmo, il mistero, la ciclicità, la cura, la trasformazione.
L’utero è visione, futuro, civiltà
Le civiltà antiche vedevano nel grembo il centro dell’ordine simbolico e sociale. Oggi possiamo recuperare quella visione come possibilità:
per creare relazioni più sensibili e non violente,
per costruire modelli educativi fondati sull’ascolto,
per generare comunità in cui la forza non è dominio ma potere creativo,
per restituire alle donne il diritto al mistero, all’estasi, all’immaginazione.
Il grembo è il nostro laboratorio di futuro, il futuro arcaico.
L’utero è un totem.
Il suo recupero è un progetto spirituale e collettivo
per le donne di tutto il mondo.
Come gli alberi comunicano attraverso le radici, così le donne comunicano tra di loro attraverso l’utero.
In una dimensione che trascende il tempo lineare e lo spazio oggettivo, esse producono luce dal grembo, creando nuovi mondi.
Ilaria Vasdeki
Cosa posso fare per te:
La via dell’utero è un cammino di riconnessione con le tue radici femminili. Se senti il richiamo ad esplorare una nuova connessione con l’utero posso accompagnarti:
con un percorso individuale
con la mia formazione
attraverso dei laboratori di gruppo.
Il mio metodo integra diversi approcci e conoscenze: il lavoro con il corpo, la medicina tradizionale del grembo, la mitologia, l’arte, la visione, la scrittura, la scienza.
Ti senti pronta ad esplorare questa via?