Il richiamo dell'autunno

 
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L’autunno è la stagione della quiete. Le piante si preparano al l riposo vegetativo e il corpo si adatta a vivere in condizioni di minore luce.

In questo periodo tutto ritorna alla terra, come ci insegna la natura che lascia cadere le foglie dagli alberi affinché possano alimentarne il ciclo vitale. Anche gli animali vanno in letargo . Si ritirano nella loro tana, riducono il consumo di energia, rallentano il loro ritmo cardiaco e la loro respirazione.

Con l’autunno inizia il tempo del riposo.

In questo momento dell’anno si accendono i primi focolari e in molte tradizioni si riprende a narrare storie. La soglia tra i mondi si fa permeabile e hanno luogo i festeggiamenti degli antenati.

Potremmo sentirci affaticati perché il corpo ha bisogno di adattarsi al buio, ma non solo per questo motivo. C’è infatti nell’atmosfera l’eco di un richiamo ad attraversare la soglia del visibile per avventurarci nel regno del mistero e dell’intuito, lì dove scorre la nostra forza vitale indistruttibile.

La radice etimologica del verbo riposare viene dal tardo latino repausare, che vuol dire fermarsi, posare nuovamente, concedere sollievo alle attività fisiche e psichiche per recuperare la vitalità.

Se anche tu senti un richiamo a rallentare e a riposare non sei solo.

C’è un grande potere nella quiete della natura in questo periodo. La terra ci sta chiamando a compiere un viaggio trasformativo di ritorno nel corpo e nell’oscurità, dove ci aspetta l’incontro con la nostra psiche istintiva.

La psiche istintiva è l’anima, principio indistruttibile del vivente. All’anima si arriva con la poesia, la danza, la preghiera, il canto, il suono del tamburo e la meditazione profonda, ovvero con qualsiasi attività che richieda una intensa consapevolezza.

Ottobre è il mese adatto per rinnovare il dialogo, il patto segreto con l’anima, la nostra essenza, la vocazione con cui siamo nati, il nostro dono unico e personale che il mondo attende di accogliere.

Il mese di ottobre sembra portare l’eco di questa chiamata:
‘Torna all’anima, riportala al centro, da lei tutto si genera’.

Quando siamo ‘staccati’ dall’anima siamo vacillanti, in dubbio, lontani dalle nostre dee o dai nostri dei, incapaci di percepire la bellezza del mondo e di farne parte. Siamo lontani dalla fonte della nostra energia vitale, in altre parole siamo tristi, depressi.

In effetti nelle antiche culture sciamaniche la perdita dell’anima veniva considerata come una vera e propria malattia, causa di problematiche emotive e fisiche.
Con il viaggio sciamanico la guida spirituale della comunità aiutava le persone sofferenti a ‘recuperare’ parti di anima andate perdute. La guida, lo sciamano, era un narrastorie, uno storyteller, un abile poeta capace di contattare i malesseri dello spirito e di riconciliare, attraverso rituali e cerimonie supportate dagli elementi della natura, eventi e traumi che avevano causato nel malato la perdita di contatto con la propria psiche istintiva.

Il viaggio sciamanico era ed è ancora oggi nelle sue forme contemporanee un viaggio creativo che si compie navigando attraverso le immagini della psiche in uno stato di coscienza non ordinaria, ovvero in quello stato di coscienza in cui i processi mentali abituali sono superati e sostituiti con processi più intuitivi.

Ottobre è un mese perfetto per compiere un viaggio sciamanico, contattare l’anima e le forze invisibili della natura.

Una delle pratiche che prediligo per rispondere al richiamo introspettivo dell’autunno è il Restorative Yoga. Ad oggi è una delle esperienze più potenti che io abbia sperimentato per riposare profondamente e navigare attraverso le immagine della mia psiche.

Rest in inglese vuol dire riposo. Il Restorative Yoga è lo Yoga del Riposo.

Quando desidero rilasciare tensioni profonde, emozioni, paure e ritrovare il contatto con il cuore pratico il Restorative Yoga. Mi aiuta a radicarmi nel corpo e a ritrovare la connessione con la rete della vita, soprattutto mi aiuta ad accedere alla dimensione dell’inconscio e a contattare la mia natura istintiva.

Il Restorative Yoga è una pratica meditativa ideata negli anni ‘90 da Judith Lasater, insegnante di Yoga, psicologa e terapista americana, allieva diretta del maestro Iyengar.

Le sessioni si tengono nella penombra, al caldo, tra cuscini e coperte.

Le posizioni ricreano la sensazione della ‘tana’, del luogo sicuro dove andare in letargo per un po’ e sono particolarmente adatte per chi soffre di stress, ansia, elevata attività mentale perché aiutano ad entrare in una modalità del tutto nuova: quella della cura e del non fare.


Il Restorative Yoga è uno strumento di benessere per rigenerare il corpo e la mente ma anche per compiere intensi viaggi sciamanici. Il riposo lucido profondo infatti è quella condizione fisica che favorisce l’intuizione e la produzione di visioni, e le visioni, come direbbe James Hillman, non sono altro che immagini dell’anima.

Sei pronto a rispondere al richiamo dell’autunno?
Se vuoi immergerti in un riposo profondo ed attraversare il velo dell’ordinario
dai uno sguardo alla mia classe di Restorative Yoga.